Per chi lo ha scelto dallo scaffale di una libreria, il titolo ha giocato sicuramente un ruolo importante: “spatriati”, nel dialetto dell’autore, è una parola sfaccettata, che si riferisce agli emigranti, agli sradicati, agli irregolari, a tutti quelli che vivono al di là di ciò che si considera la norma.
Spatriati sono i protagonisti, Francesco e Claudia, che trovano un equilibrio nella complementarietà delle loro personalità e delle loro storie. Due giovani che non si riconoscono nelle aspettative degli altri e che fuggono dalle definizioni comuni. Attraverso di loro, Desiati fotografa un’intera generazione, quella che sente su di sé il peso dei fallimenti personali, familiari, lavorativi e si riconosce solo nell’essere visceralmente precaria.