Il libro affronta l’ossessione di un’assenza: Ida, la protagonista, torna nella casa dell’infanzia, a Messina, per aiutare la madre che vuole metterla in vendita. Dopo tanti anni passati in un’altra città, si trova a rivivere la perdita del padre, che ha abbandonato la famiglia quando lei era solo una bambina.

I ricordi che emanano da ogni angolo di quella casa e da ognuno degli oggetti del passato la costringono a varcare di nuovo quel dolore e a indagare la lontananza con una madre che ha sempre sentito estranea, nonostante abbiano condiviso la mutilazione della loro famiglia.

Rivivendo il suo dolore, Ida pian piano si libera del peso di un senso di colpa che ha condizionato la sua vita di bambina e di adulta. Avventurandosi in quel passato che ha cercato di tenere a distanza per tanti anni, riesce a rileggere la sua storia e a capire le sue scelte.

Una sorta di catarsi necessaria, che le permette di guardare anche ciò che non ha mai voluto vedere e distaccarsi dai suoi fantasmi.

La penna potente di Nadia Terranova ci fa vivere il dramma della protagonista e trovare, nel suo, il nostro. Evocare i fantasmi per quietarli, sconfiggerli, accettarli: tutto questo è capace di fare, come per magia, la sua scrittura.

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