“Mandami tanta vita” è forse uno dei più grandi sguardi sul passato che Paolo Di Paolo ci ha regalato.

Paolo Di Paolo, scrittore e giornalista romano, annovera nella sua ricca produzione romanzi, saggi, libri per ragazzi, podcast e molto altro ancora.

Sperimentatore instancabile, ha cominciato a muovere i primi passi nella scrittura da giovanissimo, guidato da una curiosità inesauribile, che lo ha spinto sempre a cercare le domande giuste negli autori a lui più cari. A queste domande, poi, sembra dare risposta nei suoi libri, abitati sempre da un’ispirazione originale, sorprendente.

PIERO, MORALDO, IL FUTURO

“Mandami tanta vita”, pubblicato nel 2013 e finalista al Premio Strega, è un romanzo ispirato a Piero Gobetti, personaggio sfaccettato dell’antifascismo italiano: giornalista, traduttore, filosofo nato a Torino nel 1901 e morto giovanissimo nel 1926.

Nel costruire questa storia, che, come lo stesso Di Paolo scrive, “è un’opera di finzione”, l’autore rievoca gli anni Venti del Novecento e tutta una serie di atmosfere che fanno immergere il lettore in quell’epoca. Partendo da innumerevoli documenti storici e saggi critici, Di Paolo tratteggia la storia di Moraldo e di Piero. Moraldo è uno studente di filosofia e ammira molto Piero, un giovane intellettuale che da Torino è costretto, per i suoi ideali considerati rivoluzionari, a trasferirsi in Francia nella speranza di poter continuare la sua attività editoriale.

Le loro strade si incrociano quasi casualmente, quando anche Moraldo parte per Parigi per seguire Carlotta, una fotografa di cui si è invaghito.

Entrambi vivono una forte tensione verso il futuro, per quanto diverso possa essere il significato di questa parola per i due giovani e affrontano gli interrogativi che la loro età pone.

``LA VOLONTÀ È TUTTO``

Nel cuore di questo romanzo ci sono tutte le domande, le sconfitte, le sfide, le bellezze della giovinezza. Una giovinezza che può essere mille cose e proprio in queste possibilità trova il suo senso più profondo.

Con la giovinezza, c’è anche la consapevolezza dell’età adulta, già così presente in Piero, che sente su di sé la responsabilità dei suoi ideali e della sua giovane famiglia.

Quando ha scritto questo libro, Di Paolo non aveva ancora trent’anni. Così, attraverso la lente della sua giovinezza, ha potuto decifrare gli stati d’animo impalpabili dei suoi personaggi, tradurli in parole che li descrivessero, che ce li facessero conoscere e riconoscere come nostri.

 

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