Non c’è marsicano che non conosca, almeno per sentito dire, le vicende di Vito Taccone, famoso ciclista di Avezzano (AQ). Anzi, tra gli appassionati di ciclismo, questo nome è conosciuto a livello nazionale per l’alto livello agonistico e i risultati eccezionali ottenuti durante la carriera sportiva.
Taccone proveniva da una famiglia umile. Le sue origini, tratteggiate abilmente da Falcone, gettano le basi del suo carattere e della sua forza di volontà, che lo contraddistingueranno sempre.
Proprio da quelle origini deriva la “fame” del campione, quella spinta a ottenere sempre di più, a non fermarsi nemmeno davanti alle più grandi difficoltà: le prime gare, le vittorie sempre più prestigiose, i successi inaspettati. Sanguigno e a volte riottoso, Taccone non conosce l’arte della negoziazione: sempre schietto, con la battuta pronta, provocatore sopra le righe.
Falcone racconta ogni particolare, dall’ascesa fino all’abbandono della carriera sportiva e alle successive avventure, compresi i dispiaceri che hanno addolorato Taccone negli ultimi anni. Sembra di vederlo tra le pagine e, insieme, a lui, sembra di vedere la gente che lo amava, lo seguiva, lo guardava con l’ammirazione di chi ha riconosciuto in lui l’aspirazione a rendere possibile l’impossibile.