Daniela Gambaro ha sempre avuto una passione per i racconti.

Sceneggiatrice per la televisione e il cinema, Daniela Gambaro ha vinto il Premio Campiello Opera Prima nel 2021 con il suo libro d’esordio, “Dieci storie quasi vere”.

L’opera racchiude dieci racconti brevi che si rivelano gradualmente al lettore come pezzi di un puzzle che si compone storia dopo storia.

In una cultura che ha sempre mostrato una predilezione per il romanzo, l’attribuzione di un premio così importante celebra anche il riconoscimento del genere del racconto, spesso considerato minore nella tradizione letteraria italiana.

DIECI STORIE QUASI VERE

Il filo conduttore delle dieci storie è il tema della maternità, visto e vissuto attraverso gli occhi di protagoniste femminili che attraverso la loro esperienza forniscono al lettore le sfaccettature dell’essere madre, o del non esserlo. Del modo unico di ciascuna di vivere il proprio rapporto con il totem della maternità.

La normalità e l’eccezionalità della maternità, declinata in situazioni disparate, guidano il lettore mettendo al centro le emozioni delle donne, che aprono squarci sul proprio vissuto attraverso le pagine del libro.

Storie quasi vere, come annuncia il titolo: storie fatte di racconti, di ricordi, di qualcosa che è successo a qualcuno nel mondo. Storie, dunque, che possono essere vere, che lo sono sicuramente state per qualcuno.

LO SPAZIO DEL RACCONTO

La penna dell’autrice tratteggia sapientemente i personaggi, lasciando spazio di immaginazione e di costruzione alla fantasia del lettore. Un lettore che, attorno all’emozione regalata dal racconto, può riempire il non detto facendogli corrispondere pezzi che possano combaciare con altri del puzzle.

Ua cesellatura raffinata, quella di Daniela Gambaro, che emerge da ogni pagina, ma senza ostentazione, per dare al racconto una dignità letteraria assoluta.

 

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